“GOCCIA
D’ACQUA SOFFIATA DAL VENTO”
DIZIONARIO DEI SIMBOLI ISLAMICI
DI MALEK CHEBE
p.330, Edizioni Arkeios, Roma. 1997
Si fa risalire all’area babilonese l’origine di questo
elegante pattern: il boteh (o motivo Cachemire o ancora Paisley in Scozia).
Esso al di là del sinuoso segno grafico diviene un simbolo
ad oggi non ancora cristallizzato in un significato univoco e, proprio per
questo, appare vibrante e multisfaccettato.
Utilizzato
come motivo ornamentale dapprima sui tappeti persiani ed in seguito sugli
scialli kashmir, il boteh forse ad oggi si riconduce alla pianta della palma.
Nelle zone della Mesopotamia esso costituiva l’albero della vita in quanto
procurava cibo, abbeveraggio nonché riparo al popolo ed al bestiame.
In
realtà altre tesi si sono susseguite nei secoli riconducendo questo motivo ad
un occhio e quindi infondendolo di quel potere apotropaico che ne consegue, ad
una piuma o ancora una fiamma o ad un cipresso.
Il popolo indiano lo collega al
frutto del mango e ad una gemma sfaccettata.
In sostanza le varie culture che
hanno intercettato il boteh nella loro storia hanno anche contribuito ad
arricchire il suo “bagaglio” grafico ma soprattutto iconologico.
Iconograficamente
invece il boteh si presenta come una goccia con a lato un appendice
flessa,.
Esso appare nella maggior parte dei
casi profilato da una dentellatura e spesso prevede al suo interno l'inclusione
di elementi, talvolta anche di altri boteh in miniatura che conferiscono a
questo simbolo significati legati alla fertilità e all’abbondanza.
Kerimov
sottolinea a tal proposito come i chemli boteh fossero dei boteh di
dimensioni particolarmente grandi riferiti proprio alla gestazione.
Ora,
realizzare un boteh, un motivo che evoca una ricchezza ad ampio spettro, con
materiali interamente di riciclo significa per me realizzare un elemento
plastico, polimaterico, non solo grafico, che si distingue per il suo essere
naturalmente sofisticato e che suggerisce dell'altro.
Le
materie di scarto, assemblate in modo da risultare armoniche fra loro, ed
infine rivestite di una pellicola bianca, si ricontestualizzano nobilitandosi.
Infatti
se da un lato il materiale di scarto normalmente si getta, è sporco e non vale
nulla, andando a “costruire” il boteh esso diviene piacevole alla vista,
elegante, ancor più inguainato nel suo candido incarnato che ne suggerisce
un’idea di igiene e pulizia.
“GOCCIA
D’ACQUA SOFFIATA DAL VENTO”
DIZIONARIO DEI SIMBOLI ISLAMICI
DI MALEK CHEBE
p.330, Edizioni Arkeios, Roma. 1997
Si fa risalire all’area babilonese l’origine di questo
elegante pattern: il boteh (o motivo Cachemire o ancora Paisley in Scozia).
Esso al di là del sinuoso segno grafico diviene un simbolo
ad oggi non ancora cristallizzato in un significato univoco e, proprio per
questo, appare vibrante e multisfaccettato.
Utilizzato
come motivo ornamentale dapprima sui tappeti persiani ed in seguito sugli
scialli kashmir, il boteh forse ad oggi si riconduce alla pianta della palma.
Nelle zone della Mesopotamia esso costituiva l’albero della vita in quanto procurava cibo, abbeveraggio nonché riparo al popolo ed al bestiame.
Nelle zone della Mesopotamia esso costituiva l’albero della vita in quanto procurava cibo, abbeveraggio nonché riparo al popolo ed al bestiame.
In
realtà altre tesi si sono susseguite nei secoli riconducendo questo motivo ad
un occhio e quindi infondendolo di quel potere apotropaico che ne consegue, ad
una piuma o ancora una fiamma o ad un cipresso.
Il popolo indiano lo collega al frutto del mango e ad una gemma sfaccettata.
In sostanza le varie culture che hanno intercettato il boteh nella loro storia hanno anche contribuito ad arricchire il suo “bagaglio” grafico ma soprattutto iconologico.
Il popolo indiano lo collega al frutto del mango e ad una gemma sfaccettata.
In sostanza le varie culture che hanno intercettato il boteh nella loro storia hanno anche contribuito ad arricchire il suo “bagaglio” grafico ma soprattutto iconologico.
Iconograficamente
invece il boteh si presenta come una goccia con a lato un appendice
flessa,.
Esso appare nella maggior parte dei casi profilato da una dentellatura e spesso prevede al suo interno l'inclusione di elementi, talvolta anche di altri boteh in miniatura che conferiscono a questo simbolo significati legati alla fertilità e all’abbondanza.
Esso appare nella maggior parte dei casi profilato da una dentellatura e spesso prevede al suo interno l'inclusione di elementi, talvolta anche di altri boteh in miniatura che conferiscono a questo simbolo significati legati alla fertilità e all’abbondanza.
Kerimov
sottolinea a tal proposito come i chemli boteh fossero dei boteh di
dimensioni particolarmente grandi riferiti proprio alla gestazione.
Ora,
realizzare un boteh, un motivo che evoca una ricchezza ad ampio spettro, con
materiali interamente di riciclo significa per me realizzare un elemento
plastico, polimaterico, non solo grafico, che si distingue per il suo essere
naturalmente sofisticato e che suggerisce dell'altro.
Le
materie di scarto, assemblate in modo da risultare armoniche fra loro, ed
infine rivestite di una pellicola bianca, si ricontestualizzano nobilitandosi.
Infatti
se da un lato il materiale di scarto normalmente si getta, è sporco e non vale
nulla, andando a “costruire” il boteh esso diviene piacevole alla vista,
elegante, ancor più inguainato nel suo candido incarnato che ne suggerisce
un’idea di igiene e pulizia.
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